A Roma due date ad inizio Marzo con la scoperta de l'America. Le impressioni:
Esperienza bellissima quella di Roma con le due tappe.
Alla prima tappa presso la scuola Waldorf "Arco d'oro" per la prima volta ci siamo trovati davanti ad un pubblico di bambini. Il filo conduttore di questo tour sono proprio i bambini. L'impressione che ho quando recito davanti ai bambini è che loro si fermino meno davanti alle apparenze e se noi adulti siamo abituati a sorvolare su determinate imprecisioni perché sappiamo che non tutto è spiegabile, i bambini no. Loro devono capire e quindi vanno in profondità. Così, recitando devi essere più onesto. Ti devi liberare dalle maschere e questo ti dà una grande leggerezza, perché una volta che ti sei tolto le maschere sei libero di essere te stesso. Ed è molto bello recitare con questa libertà. Gli insegnanti alla fine sono rimasti stupiti di come i ragazzini fossero rimasti in silenzio ed attenti durante tutto lo spettacolo. E certo! con un testo del genere! In fondo è proprio perché questo è un testo tanto bello che continuo a portarlo in giro dove posso e quasi esclusivamente a spese di Teatro Profondo, perché è un testo che deve essere diffuso. 
Al ristorante al Biondo Tevere anche c'erano diversi bambini. Quello che mi ha sorpreso è stato un bambino, un certo Gabriele, che è anche mio parente, il quale durante lo spettacolo ha alzato la mano. Voleva chiedermi qualcosa, ma non ho interrotto i versi per ascoltarlo e solo alla fine gli ho chiesto cosa mi volesse dire. Lui mi ha risposto che voleva sapere se il testo fosse tutto in romanesco. Ebbene lo è, e gli ho chiesto se avesse capito. Lui, senza fare la minima piega ha iniziato a ripetermi sonetto per sonetto, la parafrasi della storia. Con grande serietà mi raccontava a modo suo quello che aveva ascoltato senza tentennamenti. Mi sono emozionato e non l'ho interrotto fino alla fine. Al tavolo c'erano dei miei vecchi amici che non vedevo da tempo e ho dovuto trascurarli per godermi Gabriele. Meno male che al mondo ci sono i bambini.
